Il vino da degustare davanti…. all’arco di trionfo di Castel Nuovo
di Vittorio The Figurehead Guerrazzi
Parrà strano, ma mi sono sovente chiesto se un amore impossibile abbia tutti i titoli per essere definito un amore vero.
Trovo la necessità di pensare che sia così.
Parlerò di un amore, allora, che si è sublimato attraverso una dedica ed è diventato uno dei più luminosi fari dell’enologia campana da oltre 20 anni.
Merito della dedica? Forse.
Merito dell’amore? Sicuramente.
Antoine e Diamante
Trovo superfluo ripercorrere i passi della storia che hanno portato alla nascita del Vigna della Congregazione (prima) e del Clos d’Haut (dopo): magari un giorno, e in pagine più rilassate, avrò voglia di perdermici un po’.
Così come trovo forse superfluo provare a perdermi nella descrizione organolettica di questo vino, che ho amato ed amo in modi che le parole che ho dentro non sono sufficientemente eloquenti a descrivere.
Più che le parole, è una luce che porto dentro.
E’ semplice.
Un uomo ama il vino, ama la sua terra e vi fa ritorno dopo aver visto il mondo.
Un uomo fa un lavoro tecnico, ma lo molla e si mette a far vino.
Un uomo ama una donna, e dà alla cantina il suo nome: Villa Diamante.
Non trovate sia semplice?
Ho avuto tante volte la fortuna di sedermi in casa di quell’uomo e Diamante era sempre lì, in quella reciproca dimensione di attrazione gravitazionale, che come stelle gemelle possono allontanarsi si, ma mai più di tanto.
E ho avuto la fortuna di assaggiarle tutte le annate prodotte: tra queste…
La stupefacente ‘97
L’immortale ‘98
La fumosa ‘02
La generosa ‘04
L’inarrivabile ‘06
L’affumicata ‘09
La luminosa ‘10
La terragna ‘12
L’incredibile ‘13
E ognuna di essa, ogni sorso, ogni goccia era nient’altro che una dichiarazione d’amore.
Antoine non c’è più.
Antoine ci sarà per sempre.
Riempite i calici
Antoine e Diamante
Sempre
Questo vino ce lo beviamo su….
Alfonso e Lucrezia, un amore nato dal grano e per sempre inciso nel marmo
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